Fiori di Bach

bach_hp_ok

singole-essenze

Credits: Natur srl

 

Un giorno sul mio cammino, nel lontano 1987, ho incontrato i fiori di Bach; ero in periodo difficile della mia vita, con tante scelte da fare, ma anche piena di dubbi e paure.

Man mano che proseguivo la “cura” con i fiori, mi rendevo conto che il mio modo di pensare e di agire cambiava, mi sentivo più sicura e in grado di prendere in mano le redini della mia vita.

Tutto questo mi ha portato a iniziare lo studio della floriterapia, per diventare con gli anni io stessa una floriterapeuta, e ancora oggi mi stupisco di quanto questi semplici e modesti fiori selvatici siano in grado di fare.

 

 

 

Le essenze

Le 38 essenze che danno vita ai Fiori di Bach, scoperte dal medico gallese Edward Bach (1886-1936), sono in grado di produrre rimedi di grande potere terapeutico, e possono, allo stesso tempo, essere un efficace complemento della medicina tradizionale.

Citando Bach, vorrei fare un piccolo riassunto delle situazioni in cui i fiori possono essere di aiuto:

  • se sei malato e semplicemente non in forma,
  • se cerchi di prevenire una malattia e non solo spostarne la minaccia,
  • se soffri e sei malato ma cerchi anche pace spirituale, felicità e allegria,
  • quando desideri essere in perfetto equilibrio psicofisico.

Chi era Edward Bach?

Il Dottor Bach era un medico immunologo e batteriologo di origine gallese, vissuto negli anni 30, che iniziò la sua carriera come medico ospedaliero.

La sua mente era sempre rivolta a curare non solo il sintomo ma anche la parte emozionale/affettiva del paziente; secondo lui ogni malattia aveva un decorso diverso secondo la personalità del paziente.

Dal momento che tutto ciò era in contrasto con i dettami della medicina allopatica che cura il sintomo, Bach si avvicinò all’omeopatia che sentiva più affine ai suoi principi, approfondendo la ricerca nel campo dell’immunologia e della microbiologia.

Negli anni a venire con il collega Paterson scoprì con la tecnica omeopatica sette auto-vaccini ( chiamati i sette nosodi di Bach e Paterson) che vengono tutt’ora usati in omeopatia per la cura di diversi disturbi cronici. Alla fine degli anni venti, pur essendo ormai un medico di successo, non si sentiva appagato dai risultati ottenuti con la medicina fino ad allora praticata perché era sempre più convinto del rapporto fra stato d’animo negativo e la malattia del paziente.

Uomo di notevole sensibilità, attratto da sempre dalla natura, decise di dedicarsi alla ricerca di quanto di semplice offre la natura per poter curare i suoi pazienti.

Andò a vivere nel Galles, terra d’origine della sua famiglia, e qui scoprì i primi fiori del futuro repertorio in grado di aiutare a ritrovare benessere nei disagi causati da squilibri psicofisici.

In pochi anni trovò tutti e i trentotto rimedi e con questi aiutò con infinita dedizione tantissime persone.

Quando morì, nel 1936 nella sua casa di Mount Vernon, nel Sussex, la floriterapia era ormai un sistema semplice collaudato di grande effetto terapeutico.

 

Si ringrazia per la foto: Gabriele Krause